Il teatro di Pollock secondo Cuddé
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- Creato Sabato, 05 Ottobre 2013 18:00
- Scritto da Staff
Words on Mud presenta il libro Paul Jackson Pollock di Antonio Luca Cuddé.
"Un desiderio che si chiama tela" è il felice sottotitolo dell'opera teatrale Paul Jackson Pollock di Antonio Luca Cuddè che, incentrando la questione sul nuovo linguaggio che il teatro contemporaneo deve avere, fa riferimento al "nuovo" che il Novecento ha dato proprio "nell'irascibile" Pollock, che, come noto, fu di ispirazione a Tennessee Williams nella creazione del personaggio di Stanley Kowalski per il suo "Un tram che si chiama desiderio".
L'opera uscita da un mese presso le edizioni La Feltrinelli, (prima era disponibile solo on line), è stata adottata come libro di testo dal professore Riccardo Perricone per il secondo anno di scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, questo non ci stupisce in quanto l'opera sembra proprio proiettarci dentro un palcoscenico con uno studio d'arte in una forma molto icastica, senza fronzoli, diretta.
I personaggi riescono a muoversi dentro il loro vissuto che riesce subito ad essere compreso anche ad una lettura non approfondita. L'uso di personaggi realmente esistiti, dal pittore Pollock alla consorte Krasner a Peggy Guggenheim, con altri inventati Irina e Tom (nel quale si può riconoscere il carattere di Thomas Benton) ci trasmette tutto il lavoro di immedesimazione storica che Cuddè ha fatto introducendo questi personaggi, affinché fosse possibile il riconscimento temporale dell'epoca nella quale visse il pittore statunitense, tra il boom economico e la crisi del '29 e le due Guerre Mondiali.
Nel testo stupisce che vi siano parti per danza descritte nella loro intenzione, potremmo dire, registica, in fondo è il calco del modo di dipingere di Pollock che danzava con i suoi colori sulle tele, immagini consegnate dall'autore con tutto il loro portato artistico.
Sarebbe auspicabile poterlo vedere al più presto sulle scene di teatri di grande eco, anche perché al Palazzo Reale di Milano c'è la mostra "Pollock e gli Irascibili", mostra che in buona parte era stata all'Arca di Vercelli, motivi che aveva ispirato nel 2009 la richiesta dell'opera da parte dell'attore e regista Federico Grassi all'autore.
Antonio Luca Cuddè, nato a Catania il 25 luglio 1974 da famiglia di insegnanti, segue studi classici laureandosi in Lettere Classiche nel 2003 con il massimo dei voti dopo avere svolto il servizio militare ed avere già mosso i primi passi in teatro specializzandosi con un corso ad hoc in "Direzione di Scena" nell'anno 2000.
Alterna l'attività di scrittore, traduttore e dantista con quella di aiuto regia e direzione di scena lavorando con attori e registi del calibro di Lina Sastri, Paola Pitagora, Donatella Finocchiaro, Ivana Monti, Carla Cassola, Paola Gassman, Elisabetta Pozzi ed Eros Pagni, Lello Arena, Giulio Scarpati, Alessandro Gassman, Marco Sciaccaluga, Mario Missiroli.
Tra il 2000 e il 2007 traduce ed adatta il Mercator di Plauto, l'Ecuba di Euripide, la Fedra di Seneca per gli spettacoli del giro estivo.
Nel 2008 gli viene commissionato dall'attore Federico Grassi un testo sullo scrittore Pollock per uno spettacolo che rientra nell'impegno culturale del museo Arca di Vercelli. Nasce così Paul Jackson Pollock. Un desiderio che si chiama tela andato in scena il 31 marzo 2009 per la regia di Guglielmo Ferro, l'opera che ha una grande eco alla quale seguono nel 2011/12 sempre a Vercelli "La lunga notte" adattamento dall'omonimo romanzo di Emilio Tadini e l'adattamento L'oro del mondo dal romanzo di Sebastiano Vassalli. Entrambi gli adattamenti sono gli unici ad oggi ufficialmente autorizzati.
Continua la sua attività di scrittura stampando spesso in proprio o on line. Quest'anno il suo testo su Pollock è stato preso in considerazione dal professore Riccardo Perricone dell'Accademia di Belle Arti di Firenze come opera di studio per il secondo anno di scenografia.
Staff